Essere Senziente


Per essere senziente si indica un essere che percepisce tramite i sensi. In generale e’ quello che comunemente si intende. Scopo di questo scritto e’ quello di ampliare il discorso senza arrivare a descrivere l’entita’ senziente, cioe’ quel carattere generale astratto che identifica tramite la cultura dominante attuale un essere la cui funzione massima e’ quella di sentire e di svolgere attivita’ algoritmiche. L’essere senziente e’ gia’ nato ed e’ gia’ qui ed ora, in questo momento, e qualsiasi tentativo di generare entita’ senzienti e’ del tutto inutile. E’ doveroso quindi approfondire i temi del senziente e non quelli dell’entita’ senziente che si va a programmare oggi con fini e bramosie di potere. Pertanto cerchero’ di chiarificare il mio pensiero partendo dalla memoria.

Memoria. Per memoria generalmente si intende una funzione capace di mantenere ricordi, ma ancor prima di questo e’ doveroso dire che questa e’ una funzione in grado di ritenere (cioe’ tenere presso di se’, tenere cose addietro) senza che necessariamente ritorni o rimanga la sensazione che lo ha suscitato. La capacita’ di mantenere costantemente codici come meri dati non e’ sufficiente all’appellativo memoria dell’essere senziente (anche quando in una rete connettiva piu’ o meno algoritmica si hanno le capacita’ connettive di dati o enti di sensazione causa effetto) se non si sottintende un organismo capace di ri-tenere, tracciare, mettere in memoria senzazioni al di fuori dello stimolo che lo ha suscitato. Questa capacita’ molto importante deve far pensare che lo stimolo costante sia la memoria stessa, nel senso che la funzione di ri-tenere e’ una funzione in se’ capace di mantenere costante le facolta’ mnemoniche sia che esse siano codici (ordine di elementi e sostanze materiali) sia che esse siano di ordine mnemosensoriale (traccie o incisioni mnemoniche del percepito attraverso i sensi). Vorrei aggiungere che la memoria vivente (e anche quella senziente) e’ un tipo di memoria che ha in se’ diversi tipi di memoria, ma cio’ che e’ piu’ importante e’ che deve essere costante in se’ per preservarsi in quanto organismo. Essa e’ soggetto, sostanza (cio’ che e’ di sottofondo, elementi che sono alla base), madre e matrice dell’essere senziente in quanto indispensabilmente costante in se’ e nel suo ri-tenere, in quanto in grado di organizzare i codici che la compongono (organismo). (Vorrei sottolineare che non ho distinto, ma ho unito il doppio livello che si e’ creato, cioe’ dna e quel che chiamano mente o, nella maggior parte dei casi, cervello e corpo, poiche’ entrambi da soli non sussistono, a meno che non ci si addentri nel comprendere la memoria nel senso che sto cercando di esplicare, ragione o torto che io abbia).

La facolta’ della memoria di ri-tenere, per i motivi scritti sopra, non e’ la sola, in quanto la memoria dell’essere senziente ha in se’ capacita’ di reminiscenza, cioe’ di richiamare o chiamare in se’ cose successe. Questo avviene sia dal punto di vista biologico che intellettivo. Tali capacita’ di reminiscenza sono sempre possibili attraverso quella memoria che si costituisce in se’ e mantiene costanti le sue costruzioni (genotipo e fenotipo). Anche se questo puo’ sembrare strano o poco comprensibile, ci ritornero piu’ tardi.

Inoltre la memoria, anche quella fisica nel caso dell’essere senziente, ha in se’ capacita’ di ricordanza, cioe’ la fase passiva di riportare a se’ senza sforzo e ricerca cose apprese o intrinseche nella memoria stessa senza che ci debba essere per forza uno stimolo.

Detto questo si deve approfondire un passaggio ostico ma fondamentale.

La memoria ha in se’ facolta’ di ri-tenere, di reminiscenza e di ricordanza e l’essere senziente attraverso queste facolta’ mnemoniche ha strutturalizzato il suo codice (codice inteso come insieme di elementi). Partendo dal soggetto, e quindi dalla costante mnemonica, si deve dedurre per ragioni logiche che la meccanica, in un apparato costante e conservativo del suo ri-tenere, diviene tecnica, cioe’ c’e’ una capacita mnemomeccanica alla base dell’essere senziente. La tecnica intesa come capacita di giustapporre e organizzare e’ figlia di una costante mnemonica che e’ riuscita a determinarsi tramite la meccanica. Il mantenere costante il formarsi degli elementi appartenenti al codice fa si’ che la meccanica diviene tecnica, poiche’ questo abbozzo di organismo si e’ isolato dagli stimoli esterni provenienti dall’“ambiente”. Tale organizzazione e’ pertanto frutto degli elementi e delle loro meccaniche interattive che all’interno di una sorta di membrana o di una bozza di organismo compongono la memoria stessa e le sue facolta’ (di reminiscenza, rimembranza e di ri-tenere). Per tale ragione l’essere senziente e’ un corpo conservatore che ha in se’ una tecnica o, in altre parole, quella meccanica di interazione degli elementi che una volta isolata in un corpo da stimoli esterni ha dato vita ad una serie di meccaniche interattive interne, capaci di ri-tenere, quindi mantenere, le proprie interazioni. L’organizzazione interna e’ una meccanica propria se dotata di memoria, e l’interazione tra i due in un corpo isolato da’ vita a una mnemomeccanica. Questa nelle condizioni suscritte assume un carattere tecnico di composizione che non puo’ esimersi dalle meccaniche precedenti di formazione. Il mistero del codice dell’essere senziente e’ dato da questo, cioe’ dal fatto che la meccanica diviene tecnica in un corpo esule dalle reazioni esterne e che questa tecnica data dal mantenimento non puo’ esulare dalle meccaniche precedenti (processo di informazione) e pertanto il codice che si va formando e’ un codice che riassume tutte le caratteristiche della memoria. In parole povere il codice dell’essere senziente e’ un processo meccanico interno che, attraverso una mnemomeccanica, e’ tecnico (quindi incapace di esulare le meccaniche precedenti in quanto processo) attraverso cui gli elementi interni si dispongono secondo reminiscenza e ricordanza della costante ritenente dando vita ad un organismo generato e generante attraverso la memoria. Questo in ogni caso non basta in quanto il codice dell’organismo e’ un insieme di elementi giustapposti in modo tale che ogni elemento, in quanto figlio di un processo (tecnica), e’ in grado di formare, mantenere, interagire e comunicare in se’ e nel suo complesso (ricordo che parlo di codice e non di organo e funzione di organi di un corpo biologico). La mnemomeccanica quindi e’ costituita da interazioni di rapporti interni, di stabilizzazione e mantenimento, avendo la facolta’ di richiamare in se’ e nel suo organismo ogni costante mnemonica. Questi richiami che io appongo come reminiscenza e ricordanza, pertanto, sono quelli che sia per meccanica interna che per stimoli esterni interagiscono nel suddetto organismo. In sintesi, la mnemomeccanica ha in se’ la sua costante e pertanto e’ in grado, attraverso la ricordanza (anche se il suddetto termine contiene anche alter facolta’), di agire automaticamente, ma altresi’ attraverso la reminiscenza di richiamare a se’ “le cose apprese”. Quindi ogni “meccanica avvenuta” o “meccanica che potrebbe avvenire” gioca il ruolo di tecnica appresa o che apprende. La reminiscenza, pertanto, e’ quel richiamo nell’essere senziente che fa si’ che un organismo possa, attraverso la tecnica, apprendere e richiamare a se’ le meccaniche avvenute e altresi’ quelle che potrebbero avvenire anche tramite la ricordanza. Per tale ragione non voglio approfondire piu’ di tanto il discorso secondo cui fa parte della mia arte e dell’arte del richiamo la capacita’ dell’essere senziente e del suo organismo di generarsi, mantenersi e rigenerarsi. Come ultima fase c’e’ quindi un essere senziente che ha in se’ memoria mnemomeccanica nel processo che sfocia nella tecnica di apprendimento e quindi di organizzazione. Pertanto l’essere senziente e’ un organismo vivente. Vorrei sottolineare che in quanto organismo dotato di memoria e quindi di reminiscenza e’ in grado di scambiare, organizzare e mantenere costante la sua struttura (ri-tenere) interscambiando con l’esterno una serie di meccaniche che sono alla base della sua formazione. Per tale ragione l’essere senziente, ma la vita in generale, e’ in grado di accordarsi con l’ambiente circostante se vengono mantenute le costanti base di formazione. E’ quindi plausibile se non ovvio affermare che il codice ha in se’ la capacita’ di autorigenerarsi e quindi, attraverso la reminiscenza, di autoridefinirsi in svariate forme che in ogni caso mantengono la struttura base. La forma della vita e dell’essere senziente pertanto non e’ solo un discorso di adattamento all’ambiente, ma c’e’ molto molto di piu’ secondo tale scritto e il resto lo lascio al lettore.


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